Le arti marziali non solo come una disciplina corporea, ma come ricerca interiore

Sebbene entrambe le tipologie di pratica abbiano applicazioni realistiche in combattimento, la spettacolarità degli stili esterni ed i loro metodi di allenamento più “visibili” li hanno accomunati più facilmente alla pratica dello scontro, mentre gli stili interni sono spesso collegati ad attività più rivolte verso la salute, il benessere e la consapevolezza del corpo.

Il simbolo della nostra scuola è anch’esso un mix di elementi

All’esterno abbiamo un fiore di loto a 7 petali, di colore violetto/indaco; rappresenta la meditazione e la pratica interna, con il numero 7 che sta ad indicare i 7 chakra della cultura indiana ed in particolare il settimo, corrispondente alla “corona”, la sommità della testa, punto di contatto con il Cielo; il colore indaco/violetto, cioè il colore della luce dello spettro visibile alla frequenza più alta ed alla lunghezza d’onda più corta, è tradizionalmente legato ai chakra della testa e sta ad indicare l’energia nella sua forma più “sottile”; il fiore di loto, molto usato nella simbologia delle pratiche meditative, sta appunto ad indicare la meditazione e la purezza, la pratica interna. All’interno abbiamo un Taijitu, il simbolo dello Yin e dello Yang, a ricordare il Tai Ji; i bordi frastagliati delle due gocce stanno ad indicare le energie più “grezze”, materiali, nella loro espressione travolgente, e la marzialità; il colore arancio rimanda al fuoco, l’azzurro sta per l’acqua, due elementi opposti che ricordano i principi di Yin e Yang nella loro opposizione, ma entrambi forze naturali, così come il Giorno e la Notte, il Cielo e la Terra, il Sole ed il Mare; all’interno della goccia arancione troviamo una Jian, una spada dritta cinese, elemento sempre Yang (maschile) nella sua simbologia, e che rimanda alle pratiche marziali armate; nella goccia azzurra troviamo una figura umana in posizione di combattimento, che simboleggia il corpo come base di tutte le pratiche ed il combattimento a mani nude. Le nostre pratiche sono tutte al servizio dell’evoluzione dell’individuo e della sua espressione libera, nella loro diversità costituiscono semplicemente i diversi punti di accesso che persone dai gusti, vissuti ed interessi diversi possono scegliere liberamente per svolgere la propria pratica ed un efficace lavoro su sé stessi. La marzialità, oltre ad essere utile per la difesa e per la pratica sia fisica che mentale, è la parte divertente ed appassionante di quel che facciamo, che ci unisce come praticanti e che ci aiuta a “sentire la vita”.